In tutti i partiti ci sono addetti che si occupano delle politiche del comparto pesca e di questi vorremmo sapere cosa ne sanno della pesca ricreativa, quale è la loro posizione, quali le loro proposte e la loro pianificazione.
E’ ormai evidente che l’argomento è sconosciuto, considerato marginale e trattato come tale, ovvero, fino a che non cambia qualcosa continueremo a non avere nessuna possibilità di discuterne il merito.
Il balletto ricomincia da qui e trova una occasione nelle recenti plateali manifestazioni di piazza dei pescatori commerciali di Marinerie D’Italia e d’Europa contro la legge che ha depenalizzato alcune infrazioni ai regolamenti ma anche drasticamente alzato le sanzioni amministrative.
Manifestare rumorosamente a Roma sembra essere diventato l'unico modo per richiamare l'attenzione dei politici, pronti a volgere a loro favore l'occasione di visibilità mediatica. Necessità impone quindi che si dichiari la volontà di realizzare correttivi e di dare risposta al generale malcontento con misure di sostegno alla pesca commerciale scesa in piazza.
A questo fine, lo stesso testo normativo di riferimento che non era riuscito ad essere approvato nel recente passato viene adesso velocemente calendarizzato per i passaggi istituzionali e, incidentalmente o meno, vi è prevista l’istituzione della licenza ricreativa a pagamento per il sostegno alla pesca commerciale.
L’idea a monte della licenza onerosa e della destinazione della maggior parte dei relativi proventi a favore della pesca commerciale, l’ abbiamo più volte commentata e non può essere sconfitta se la gestione del comparto resta in balia dei venti politici e corporativi evitando la partecipazione dei portatori di interessi della pesca ricreativa ma anche e soprattutto la valutazione scientifica e tecnica del settore e dei suoi rapporti con le altre componenti del comparto.
I richiami alla mobilitazione del settore ricreativo sono una risposta inevitabile che deve però vedersela con la partecipazione dei pescatori. Dove la politica mostra di reagire solo alle intimidazioni portate davanti ai suoi palazzi romani, la pesca ricreativa è restia alle trasferte con i pullman che arrivano da tutta Italia e che causano le citazioni sui quotidiani importanti favorendo reazioni allergiche nell'arco costituzionale.
Sarà davvero questo l'unico strumento rimasto per mettere in relazione un milione di cittadini e di elettori con le segreterie politiche che non rispondono alle email o che concedono a fatica inutili incontri tecnici nei corridoi senza sapere niente dell'argomento trattato e senza nessuna intenzione di conoscerlo?
Non sappiamo quanto ci vorrà ma c'è da aspettarsi che alla fine avremo la nostra bella licenza a pagamento, senza nessun sostegno alla ricerca, nessuna misura di gestione a nostro favore anche, e forse soprattutto, perché non ci sono parlamentari che nel fine settimana vanno a pesca per diletto a rappresentare i tanti che invece lo fanno.