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Venerdì, 11 Novembre 2016 14:05

MEDAC - Interazione tra la Pesca Ricreativa e la Piccola Pesca nel Mediterraneo

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Il Comitato Esecutivo del MEDAC ha approvato all'unanimità il documento di analisi sulle iterazioni tra pesca ricreativa e pesca artigianale del Gruppo di Lavoro sulla pesca ricreativa coordinato nell'ultimo periodo da EAA Italia (APR).

Zero contrari, zero astenuti.

Il documento verrà inviato alla Commissione Europea e costituirà il primo input ufficiale su uno spinoso argomento. Ringraziamo i colleghi della pesca commerciale del MEDAC e le associazioni ambientaliste per la positiva collaborazione e il Presidente del MEDAC per le belle parole spese a commento del risultato ottenuto: "questo documento è frutto di intenso lavoro durato un intero anno, della tenacia di chi lo ha portato avanti e rappresenta al meglio lo spirito pluralista di un importante organo consultivo come il nostro".

Come alcuni sanno, l’interesse della Commissione Europea verso il Mediterraneo sta crescendo rapidamente. Questo è dovuto principalmente al fatto che gli studi più recenti parlano di uno stato di sovra sfruttamento delle risorse della pesca che sta tra l’80% e il 90%. E’ necessario quindi intraprendere azioni rapidamente per invertire la tendenza.

Nel MEDAC i partecipanti stanno affrontando diversi argomenti, dai piani di gestione per le specie demersali e per i piccoli pelagici ai piani di gestione degli scarti se non si riesce a definire un piano pluriennale di gestione a causa di mancanza di accordo tra le flotte di diversi paesi membri che pescano su stock condivisi o per altre ragioni.
 
La flotta di pesca del Mediterraneo è composta in larga parte dalla cosiddetta Pesca di Piccola Scala (o pesca artigianale) che viene definita come quella che fa capo a pescherecci di misura inferiore ai 12 metri di lunghezza (fuori tutto) e che non utilizza attrezzi trainati ma solo reti (fisse o derivanti) e palangari. Spesso nel caso della pesca artigianale l’armatore e il pescatore sono la stessa persona. Questa flotta opera solitamente entro le 6 miglia ma principalmente entro le 3 miglia. La prima fascia costiera è l’area più sensibile dell’habitat mediterraneo, ed è area di accrescimento (e per molte specie anche di riproduzione) per la maggior parte delle specie che nuotano nel Mediterraneo. Non è raro, per esempio, nei mesi di agosto e settembre incontrare – perfino entro 1 miglio dalla costa - esemplari in stadio molto giovanile di specie importanti quali il tonno rosso o nei mesi di ottobre e novembre di esemplari giovanili di pesce spada.

E’ l’habitat più sensibile, ma anche il più sfruttato, in un recente passato dalla pesca a strascico ora ridimensionata, dalla piccola pesca, dalla pesca ricreativa, o in stato di sofferenza dovuto a fattori esterni quali inquinamento ed antropizzazione.
 
Il ritornello nel MEDAC, ripetuto dai rappresentanti mediterranei della pesca commerciale (in alcune aree come le Baleari il problema è particolarmente sentito) è sempre stato: la pesca ricreativa pesca le "nostre" risorse.  Così alla fine del 2014, durante la stesura del programma di lavoro per gli anni 2015 e 2016, il Gruppo di Lavoro sulla Pesca Ricreativa (in seguito RFWG) ha deciso di inserire l’analisi del conflitto tra pesca artigianale e pesca ricreativa tra gli argomenti da affrontare. Come pescatori ricreativi e come associazioni partecipanti ai lavori del MEDAC ci siamo resi ben presto conto che la gestione della prima fascia costiera in Mediterraneo è la vera grande sfida per pescatori, gestori, decisori e mondo scientifico. Pertanto abbiamo deciso di contribuire mettendo su carta le ragioni del conflitto tra i due attori principali che operano nella primissima fascia costiera.

Abbiamo riscontrato da principio molti problemi nella stesura del documento, problemi che sono riconducibili all’eterna tacita guerra tra i due settori, che si pongono ciascuno dalla parte del giusto, scaricando sull’altro le responsabilità del cattivo stato della risorsa o di altri problemi quali la concorrenza sleale, lo sviluppo di canali illegali di vendita (mercato nero) etc... L’evoluzione del documento è descritta nella prima parte del documento stesso, e consigliamo caldamente di leggerla.

Non è importante se questo documento non fornisce soluzioni o se la pesca artigianale continua a far cadere le responsabilità principalmente sulla pesca ricreativa sdoganando quasi sempre se stessa. L’importanza di questo documento è primariamente politica (si è arrivati ad un documento condiviso, si è arrivati al dialogo, alla comprensione reciproca senza il quale non esiste possibilità di progredire su questa tematica) e successivamente tecnica, i due settori hanno infatto accettato di mettere su un tavolo ufficiale (la Commissione Europea!) un elenco di problemi che altrimenti resterebbero nell’ombra, nei corridoi, nelle camere caritatis durante il lavoro di lobby.

Anche la Commissione Generale Pesca per il Mediterraneo (FAO – CGPM che include anche gli stati nord africani del Mediterraneo “paesi terzi” rispetto alla Unione Europea) ha messo in agenda per il 2017 un gruppo di lavoro ad hoc su Pesca Ricreativa e Piccola Pesca a dimostrazione dell’importanza dell’argomento.

Possiamo quindi affermare con orgoglio che tutta la Pesca Ricreativa rappresentata nel MEDAC è stata  precursore, portando avanti, nonostante le difficoltà, un lavoro che rappresenta la collegialità di un organo consultivo importante come il MEDAC, convogliando lentamente a sè il consenso e quindi il supporto di un numero crescente di associazioni di pesca commerciale e il supporto di OCEANA per arrivare infine al supporto totale del MEDAC.  Questo documento, approvato lo scorso 9 novembre a Roma con voto unanime dai membri del Comitato Esecutivo (25 associazioni tra settore estrattivo della pesca, pesca ricreativa, ONG ambientaliste) è diventato un parere ufficiale del MEDAC e viene inviato alla Commissione Europea che aveva già avuto modo di esprimere il proprio apprezzamento lo scorso ottobre nella riunione del RFWG ad Ajaccio.

Leggi il documento in formato pdf

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