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Lunedì, 24 Ottobre 2011 17:06

Salviamo l'Isonzo!

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UNA RACCOLTA DI FIRME PER SALVARE IL FIUME ISONZO

Con la nuova legge sul Piano energetico (sloveno) è partita la proposta, con l'art. 565, di abolire lo status del fiume Isonzo come di inestimabile valore naturalistico (legge del 1976). La proposta prevede l'abolizione del regime di tutela, decretato dalla legge sulla tutela dell'Isonzo e affluenti (alto Isonzo) (doc. ufficiale SRS n.7/76)e dalla legge sulla conservazione dei beni naturali (doc. ufficiale RS n.56/99, 31/00, 119/02, 22/03, 41/04, 96/04 – UPB).  Questo permetterà la costruzione di nuove dighe dove oggi non è permesso.

Aggiornamento del 25 ottobre 2011
Vai all'aggiornamento del 25 ottobre 2011 - Laboratorio Isonzo

E' immediatamente scattata la mobilitazione locale, sia sul versante italiano che su quello sloveno (Soča ), per espandersi poi a macchia d'olio anche ad altri Stati Europei tra coloro che sono impegnati nella lotta contro l'idroelettrico selvaggio. 
Il dibattito pubblico resta aperto fino alla fine del mese di settembre, c'è tempo fino ad allora per esprimere la propria contrarietà a quanto previsto dall'art. 565 del nuovo piano energetico.

La petizione può essere firmata on line (testo in italiano e sloveno) oppure possono essere scaricati i moduli da stampare per la raccolta delle firme dal sito degli amici friulani di FiumeIsonzo che per primi si sono mobilitati in difesa del fiume http://www.fiumeisonzo.com/images/raccolta_firme_isonzo_ita-slo.pdf . Le firme raccolte potranno essere scansite e inviate al Ministero dell'Economia sloveno email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. .






Aggiornamento del 25 ottobre 2011

NASCE LABORATORIO ISONZO

Diga sull’Isonzo spetterà ai cittadini l’ultima parola

Presentato un progetto per regolare la portata del fiume La Regione chiederà ai goriziani se vogliono lo sbarramento

Dalle scrivanie della politica il discorso passa ora sul territorio. La Regione, infatti, ha deciso di fornire alle istituzioni, che dovranno un giorno decidere in merito alla gestione transfrontaliera delle portate del fiume, uno strumento in grado, si auspica, di chiarire le idee e riportare il pensiero dei cittadini. Si chiama “Laboratorio Isonzo”, ed il percorso partecipato finanziato dalla Regione – con una cifra che si aggira intorno ai 60mila euro – ed in fase di realizzazione da parte dell'Autorità di Bacino Alto Adriatico. Il progetto, composto da diverse fasi, è stato presentato nei suoi tratti essenziali al convegno ospitato mercoledì sera dalla Fondazione Carigo, alquale hanno preso parte tra gli altri il dirigente regionale Giovanni Petris (a fare le veci del vicepresidente della Regione Ciriani, impegnato all'estero), il segretario generale dell'Autorità di Bacino Alto Adriatico Roberto Casarin ed i professionisti che cureranno materialmente lo studio. Uno studio che si basa essenzialmente su tre azioni: informare, consultare e partecipare. Una prima fase, quella preliminare, si è già svolta. I ricercato selezionati dall'Autorità di Bacino hanno posto una serie di questioni ai principali portatori di interessi coinvolti nella questione, dalle associazioni agli agricoltori, dai residenti alle organizzazioni ambientaliste. È stato così possibile centrare meglio il problema, ed individuare i temi forti sui quali puntare, senza divagazioni, durante il percorso partecipato. Da qui a febbraio, poi, il “Laboratorio Isonzo” prevede l'organizzazione di sei serate di confronto ed approfondimento, alle quali sono invitati a partecipare tutti gli interessati. Mercoledì sono già state raccolte le adesioni dei presenti al convegno (l'Autorità di Bacino ha chiesto a chi aderisce di assicurare poi la sua presenza durante tutto il percorso), ma chiunque può informarsi a proposito telefonando alla segreteria tecnica del progetto al numero 041714444, o scrivendo all'indirizzo mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. . I primi due incontri, di cui uno già fissato a Turriaco venerdì 4 novembre dalle 18 alle 20, serviranno ad informare tutti sui diversi aspetti della situazione attuale (in sintesi, il rilascio scostante dell'acqua dalla diga di Salcano crea problemi di portata al fiume che si riflettono sull'agricoltura, sulla fauna ittica e sul corso stesso dell'Isonzo, tanto che in molti ritengono necessario costruire un nuovo sbarramento tra Straccis e Piedimonte), i secondi due a valutare le varie possibilità di soluzione, e gli ultimi a raccogliere proposte e suggerimenti. Il 24 febbraio 2012 si svolgerà infine un incontro di chiusura, per tirare le somme del percorso condiviso ed arrivare poi alla redazione di un documento consultivo che verrà consegnato agli organi decisori. Tutto ciò nella speranza che, finalmente, si possa fare almeno un po' di chiarezza sulla necessità o meno di realizzare la nuova diga sull'Isonzo che molti non vogliono. Marco Bisiach

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