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Giovedì, 17 Novembre 2011 21:53

La UE confusa sulla pesca ricreativa

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Nella  risoluzione del 17 novembre 2011 sulla lotta contro la pesca illegale a livello internazionale (edizione provvisoria), il Parlamento Europeo affronta il tema della pesca illegale non riportata e non regolamentata ( INN, in inglese IUU  Illegal, Unreported and Unregulated), adottando, al punto 11 ,  anche  la linea relativa alla pesca ricreativa. Si legge infatti "(il Parlamento) invita la Commissione a verificare, entro la fine del 2012, se all'interno dell'UE la pratica della pesca sportiva sia così diffusa da poter effettivamente essere considerata come pesca INN"

Il Commisario Damanaki all'inizio del suo secondo intervento ha detto:

"Permettetemi di iniziare  fornendo alcuni chiarimenti sulla pesca ricreativa. La pesca ricreativa non è, ripeto, non è di competenza dell'UE. Così la Commissione Europea non ne è responsabile. I  governi nazionali  devono  affrontare, devono gestire tutti questi problemi. Quindi per favore non tornate  nuovamente, in questa sede,   sulla pesca ricreativa. Posso dirvi che dobbiamo essere sicuri, questa è la nostra unica responsabilità, la responsabilità della Commissione, che  il prodotto  della pesca ricreativa  non  venga venduto. Tutto il resto è di competenza dei governi nazionali ".

https://goo.gl/4u4q4r  secondo intervento di Maria Damanaki nella sezione Combating illegal fishing at the global level (debate)




Sembra che mentre il Commissario Damanaki sostiene la non competenza della  Commissione in materia di pesca ricreativa, il Parlamento europeo chieda alla stessa Commissione di occuparsene.
Il Parlamento lo chiede con un'argomentazione che lascia interdetti suggerendo una corrispondenza tra pesca ricreativa e pesca illegale proponendo inoltre una incoerente relazione tra le dimensioni del settore ricreativo e la sua legalità. Il Parlamento suggerisce in modo per niente diplomatico, nè tantomeno politicamente corretto,  che maggiori sono le dimensioni del settore ricreativo maggiore è la sua corrispondenza con la pesca illegale.

Il Commissario Damanaki del resto non è del tutto esatto sul ruolo della Commissione per quanto concerne la  pesca ricreativa. La Commissione è, ad esempio, responsabile delle disposizioni e dei requisiti dell' Art. 55 del Regolamento sul Controllo ( CE 1224/2009) e del Regolamento sulla Raccolta dei dati (CE 199/2008) per quanto riguarda la pesca ricreativa .
Se il sistema di gestione della pesca previsto dalla proposta di Riforma ha un impatto negativo sulla pesca ricreativa (come spesso accade)  non è la Commissione che deve occuparsene ma i governi nazionali. Il problema è che la gestione improntata su  un solo portatore di interessi (la pesca commerciale) è di livello Europeo ma il "danno collaterale" fatto alla pesca ricreativa sarà incombenza dei governi nazionali. Quindi i singoli  Stati Membri dovranno  occuparsi della pesca ricreativa in un sistema di gestione improntato allo sfruttamento commerciale delle risorse e controllato dalle istituzioni comunitarie.

Alla base resta un grave problema di definizione della pesca ricreativa che continua a comprendere tipi di pesca molto diversi. Accanto alla pesca ricreativa, e ad esso assimilato,   c'è un vasto settore di pesca di sostentamento spesso legata alla pratica illegale che si realizza nella  commercializzazione del pescato. Un fenomeno conosciuto e ampiamente tollerato che costituisce la maggiore emergenza in relazione alla pesca illegale di piccola scala. Un problema che deve essere correttamente inquadrato sia a livello di definizione che di programmazione delle azioni di contrasto all'illegalità.

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