
Marina Albiol Guzmán (GUE/NGL)
Il 14 luglio 2015, la Commissione ha tenuto il suo seminario annuale su 'Lo stato degli stock ittici e la performance economica delle flotte da pesca' a Bruxelles, con presente il commissario Vella. E 'emerso dalle varie presentazioni e rapporti che il Mediterraneo è l'unico mare d’Europa dove non è stato registrato un incremento negli stock ittici. Si è parlato al seminario di piani di emergenza e della necessità di un definitivo cambio di strategia per il Mediterraneo sotto la politica comune della pesca.
Quali misure d’emergenza sta considerando la Commissione per il Mediterraneo?
Per quali stock ittici e quali aree si dovrebbero applicare queste misure di emergenza?
Risposta di Mr. Vella per la Commissione
17 December 2015
Lo stato di conservazione degli stock ittici del Mediterraneo richiede un pacchetto di misure. Alcune, come i piani pluriennali, saranno attuati solo nel medio termine a causa della complessità della procedura di adozione, che potrebbe richiedere circa due anni. Altri saranno adottati a livello internazionale, nel contesto della Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo (CGPM) e della Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi dell'Atlantico (ICCAT); e alcuni richiederanno un’azione a livello nazionale, come la revisione dei piani di gestione nazionali per allinearli alle disposizioni della rivisitata Politica Comune della Pesca (PCP).
Secondo il quadro legale della CFP, le misure d’emergenza possono essere adottate sia dalla Commissione mediante atti esecutivi, o dagli Stati membri attraverso la legislazione nazionale. Nel primo caso, la base legale sarebbe l'art. 12 del regolamento 1380/2013, mentre nel secondo sarebbe l'art. 13 dello stesso regolamento.
A livello della Commissione, stiamo ora valutando quali potenziali misure di emergenza potrebbero essere le più adatte per gli stock ittici del Mediterraneo. A questo scopo, stiamo valutando sia gli aspetti biologici che socio-economici. Le possibili misure di emergenza adottabili dalla Commissione, potranno interessare sia le specie pelagiche che demersali, dal momento che entrambe sono eccessivamente sfruttate nel Mediterraneo.