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Mercoledì, 25 Maggio 2011 12:41

Politica Comune della Pesca 2012

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Bruxelles, 25 maggio 2011

Possibilità di pesca nelle acque dell’UE nel 2012: conseguire il giusto equilibrio per ridurre il sovrasfruttamento

La Commissione europea ha pubblicato oggi una relazione che illustra i progressi compiuti negli ultimi anni nell’ambito della politica comune della pesca e formula alcune raccomandazioni riguardanti le possibilità di pesca nelle acque dell’UE nel 2012. Il documento spiega in che modo la Commissione intenda avvalersi dei pareri scientifici che le vengono trasmessi in merito allo stato degli stock ittici per proporre limiti di cattura e contingenti per il prossimo anno.

Gli ultimi dati mostrano un lento miglioramento dello stato degli stock nelle acque europee, ma per la maggior parte di essi non si dispone ancora di dati scientifici sufficienti, principalmente a causa di una comunicazione inadeguata da parte degli Stati membri. La Commissione farà pertanto uso di un nuovo metodo per la fissazione dei limiti di pesca, in particolare riducendo i livelli in presenza di dati insufficienti. Le idee della Commissione saranno oggetto di una vasta consultazione nel corso dell’estate, i cui esiti verranno integrati nelle proposte di possibilità di pesca per il prossimo anno che saranno adottate in autunno.

 

La commissaria per gli Affari marittimi e la Pesca Maria Damanaki ha sottolineato che intende introdurre un nuovo approccio precauzionale nel proporre le possibilità di pesca: nei casi in cui per uno stock ittico si disponga di un parere scientifico, le proposte della Commissione si atterranno strettamente a quest’ultimo; nei casi in cui non si disponga di dati scientifici sufficienti, la Commissione proporrà di ridurre sistematicamente le catture. Questo approccio dovrebbe progressivamente eliminare il sovrasfruttamento e contribuire a migliorare la raccolta e la comunicazione dei dati da parte degli Stati membri. La commissaria ha dichiarato: “Ai fini di una graduale eliminazione del sovrasfruttamento è necessario gestire gli stock ittici in modo che possano ricostituirsi e offrire il massimo rendimento a lungo termine. La riduzione del sovrasfruttamento non si limiterà a migliorare lo stato degli stock ittici europei e ad attenuare l’impatto ambientale della pesca, ma avrà altresì come conseguenza una migliore redditività del settore alieutico in Europa.”

 

Questa modalità di pesca basata sul “rendimento massimo sostenibile”1 produrrà notevoli effetti positivi, inducendo un cambiamento da una pesca intensiva su risorse scarseggianti a una pesca più “leggera” su popolazioni più abbondanti. Ne risulterà la stessa o una maggiore quantità di pescato, ma con minore impatto sull’ambiente e meno rigetti in mare.

1 Rendimento massimo sostenibile (MSY): un approccio a lungo termine per fissare i tassi di cattura a un livello che consenta agli stock ittici di riprodursi, in modo che il loro sfruttamento possa proseguire a un ritmo sostenibile. Ciò significa meno danni ai fondali marini, meno catture accessorie di organismi vulnerabili, come focene, delfini e altri mammiferi marini, e un minore utilizzo di carburante, poiché occorre meno tempo per catturare una tonnellata di pescato da uno stock abbondante che da uno spopolato; a sua volta, questo contribuirà a ridurre le emissioni di carbonio e le spese di carburante dei pescherecci. 

Un nuovo tipo di parere scientifico
Nel 2010 il Consiglio internazionale per l’esplorazione del mare (CIEM), che fornisce pareri scientifici alla Commissione, ha formulato un nuovo tipo di parere sui livelli dei TAC che consentiranno di raggiungere l’MSY entro il 2015. La Commissione apprezza questo nuovo parere e, in presenza di dati sufficienti, intende fondare su di esso le proprie proposte di TAC. Tuttavia, un ostacolo importante nel decidere le possibilità di pesca per il 2012 è proprio l’assenza di pareri scientifici per circa due terzi dei TAC. Nella maggior parte dei casi, ciò è dovuto alla mancanza di dati sulle catture, a studi incompleti o a un campionamento difettoso. Spetta agli Stati membri fornire dati scientifici sulle attività di pesca, ma in alcuni casi questo adempimento non viene pienamente onorato. Pertanto, nei casi in cui non si dispone di pareri scientifici andrebbe proposta una riduzione del TAC e/o dello sforzo di pesca. Gli Stati membri dovrebbero inoltre stanziare risorse sufficienti e comunicare urgentemente le informazioni necessarie per consentire di valutare lo stato degli stock. Gli organismi scientifici saranno incaricati di contribuire alla soluzione di tali problemi con urgenza, tenendo presente che le basi cognitive devono essere messe a disposizione dagli Stati membri. Dalla pesca commerciale e dagli studi scientifici si dovrebbero infine ricavare indicatori che servano da guida sicura per indirizzare le attività di pesca verso uno sfruttamento sostenibile delle risorse anche quando scarseggino i dati.

I cittadini europei, il Parlamento europeo, gli Stati membri, i Consigli consultivi regionali (CCR) e il Comitato consultivo per la pesca e l’acquacoltura (CCPA) sono ora invitati ad esprimere le loro opinioni e a discutere il metodo di lavoro descritto nella comunicazione tramite il sito web della Commissione. La consultazione è aperta fino al 1° settembre 2011. I piani verranno inoltre discussi con i ministri competenti nell’ambito del Consiglio Pesca del 28 giugno.

Contesto

I dati più recenti in possesso della Commissione indicano un miglioramento dello stato delle risorse ittiche nelle acque europee, ma i progressi sono ancora lenti. Nell’Atlantico e nei mari adiacenti, la proporzione di stock notoriamente sovrasfruttati è scesa da 32 su 34 stock nel 2004 a 22 su 35 nel 2010, ovvero dal 94% al 63%. Nel Mediterraneo l’82% degli stock noti è sovrasfruttato. 

Per ulteriori informazioni: 
TAC e contingenti – Normativa dell’UE in materia di pesca: 
http://ec.europa.eu/fisheries/cfp/fishing_rules/tacs/index_it.htm

Sito web per la consultazione pubblica:
http://ec.europa.eu/fisheries/partners/consultations/fishing_opportunities/index_en.htm

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