
I punti caldi della votazione odierna:
-
Emendamento 60 – Ricostituzione degli stock. Sostenibilità ambientale e socio economica della riforma. Adottato.
Le ‘opportunità di pesca ricreativa’ sono da garantire al pari delle altre. Il gruppo dei Verdi al Parlamento UE ha chiesto per questo punto una votazione separata con la speranza di ‘far fuori’ la pesca ricreativa dagli obiettivi di questa Riforma che sarà valida per i prossimi 10 anni. Non ci sono riusciti. Il testo dell’emendamento 60, parte prima, è stato adottato nella sua forma completa :
“ La politica comune della pesca garantisce che le attività di pesca e di acquacoltura siano sostenibili dal punto di vista ambientale nel lungo termine e siano gestite in un modo coerente con gli obiettivi consistenti nel conseguire vantaggi a livello socioeconomico e di occupazione e nel contribuire alla disponibilità dell'approvvigionamento alimentare e di opportunità di pesca ricreativa, prendendo in considerazione anche le industrie di trasformazione e le attività a terra direttamente connesse alle attività di pesca, e tenendo conto degli interessi sia dei consumatori sia dei produttori.”
-
Emendamento 119 – Divieto di Scarto – Adottato 418 a favore, 220 contrari.
E’ stato l’argomento più discusso in questa proposta di riforma e quello che ha realmente mobilitato le persone comuni. Sostenuto da un numero elevatissimo di cittadini europei, dalla enorme campagna partita dal Regno Unito e conosciuta con il nome Fish Fight, ma osteggiato per quanto concerne le modalità di applicazione dal gruppo dei Popolari (PPE) al parlamento UE. Riguarda il divieto di rigetto in mare di pesci (morti) di scarso valore commerciale. I pesci catturati nelle reti devono essere tutti sbarcati e migliori sistemi selettivi devono essere applicati per evitare la cattura di esemplari giovanili.
-
Emendamento 120 – Pareri scientifici per definire le quote annuali e principio precauzionale. Adottato.
Il prossimo passo sarà convincere il Consiglio d’Europa, cioè i Ministri della Pesca di tutti gli stati membri (per l’Italia il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali). Ma la schiacciante vittoria in Parlamento fa sperare in un esito finale positivo.