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Mercoledì, 07 Agosto 2013 21:40

Onorevole Ministro

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07/08/ 2013 - Risposta congiunta APR - FIPSAS all'intervento di ANAPI Pesca in occasione dell'incontro con il Ministro De Girolamo del 31 luglio 2013

Dopo decenni di sovra sfruttamento commerciale che hanno causato il disastro delle nostre risorse della pesca e provocato l'allarme e la mobilitazione di tutte le istituzioni per salvare la pesca dalla sua auto distruzione, vediamo ancora rappresentanze della pesca commerciale lamentare presso il Ministero che i pescatori commerciali subiscono la "concorrenza" della pesca ricreativa.
ANAPI usa dati numerici suggerendo che molti pescatori non commerciali significano concorrenza per i pesci che dovrebbero essere di competenza esclusiva dei pescatori commerciali.
La pesca non commerciale propone un diverso concetto di concorrenza dal momento che ottiene dalle risorse una maggiore resa economica a fronte di un minore impatto. Al contrario di quanto suggerisce ANAPI Pesca, la pesca non commerciale fa quindi concorrenza a quella commerciale dal punto di vista economico e la subisce dal punto di vista dello sfruttamento delle risorse!

La pesca non commerciale si trova in una condizione di profonda crisi prima di tutto a causa dell'impoverimento delle risorse costiere causato principalmente dal sovra sfruttamento commerciale e dalla pesca illegale. Questo a livello nazionale causa una fortissima perdita economica ed occupazione che non può più essere ignorata.

Si stima che alla pesca ricreativa possa essere attribuito un misero 1,5% delle catture a fronte di una elevata resa economica e di una importante realtà occupazionale che continuano ad essere ignorate. I conti economici che sono il pane quotidiano delle corporazioni commerciali, servono ma vanno fatti bene, mentre ci sembra evidente che attualmente tutte le statistiche economiche sul settore pesca in Italia sono parziali e zoppe perché ignorano completamente la pesca non commerciale.

APR e FIPSAS hanno inviato al Ministro De Girolamo una replica all'intervento di ANAPI Pesca, contenente una richiesta di incontro formale con le rappresentanze della pesca non commerciale finalizzato al confronto sulle prospettive e sulle necessità del settore, anche in vista della prevista revisione normativa della pesca marittima.


Ecco il testo della replica:

Onorevole Ministro,

Leggiamo con disappunto, in una nota, allegata alla presente, riportante l'intervento di ANAPI Pesca in occasione del Suo incontro con le Associazioni Nazionali della pesca commerciale, alcune considerazioni sulla pesca non commerciale per le quali riteniamo indispensabile una replica.

La nota indica che gli operatori delle 13.000 imbarcazioni italiane della pesca commerciale “subiscono la concorrenza di oltre 700.000 imbarcazioni della pesca sportiva e ricreativa”.

La invitiamo a questo proposito a considerare che:

  • - il numero di imbarcazioni attribuite alla pesca non commerciale non ci risulta né realistico né riscontrabile e verosimilmente frutto di una libera interpretazione dei dati raccolti sul settore della pesca  non commerciale attraverso la Comunicazione Obbligatoria per la pesca ricreativa e sportiva in mare.
  • - sottolineiamo a nostra volta il grande numero di pescatori non commerciali in mare rilevato con la Comunicazione Obbligatoria evidenziando che questo sostiene un proporzionalmente importante  settore economico e occupazionale.
  • - evidenziamo che l'economia della pesca non commerciale è legata direttamente a risorse ittiche oggi degradate dal sovra sfruttamento commerciale ed a causa di questo degrado risulta fortemente  inibita in termini di reddito e posti di lavoro.
  • - la pesca ricreativa produce un reddito diffuso a favore delle comunità costiere e non gode di nessuno dei sostegni finanziari pubblici e degli sgravi fiscali della pesca commerciale
  • - per porre la questione di concorrenza tra piccola pesca commerciale e pesca ricreativa sono necessari dati scientifici e socio economici confrontabili per i due settori, dati che sono ad oggi assenti e  che, verosimilmente, potranno confermare le stime che indicano come il valore complessivo dell'economia generata dalla pesca non commerciale sia maggiore di quello della pesca commerciale
  • - la pesca ricreativa ha, lungo le nostre coste, un forte potenziale di crescita economica e di contributo alla tutela delle risorse della pesca, inibito dal grave impoverimento delle acque costiere dovuto  principalmente ad un eccessivo sforzo di pesca commerciale ed alla pesca illegale.

Per questi motivi riteniamo urgente una svolta nell'atteggiamento delle istituzioni nei confronti della pesca non commerciale che superi l'attuale modello che ha recentemente avuto una conferma evidente nella scelta di drastica ed improvvisa riduzione della quota di tonno rosso assegnata alla pesca ricreativa. L'apprezzamento sottolineato da ANAPI per questo provvedimento risulta a nostro parere un chiaro esempio di difesa di interessi corporativi non supportata da dati economici e sorretta proprio da tale vuoto di conoscenza.

La presente ha valore di richiesta formale di incontro dei rappresentanti delle organizzazioni del settore ricreativo presso la DG Mare, finalizzato al confronto sulle prospettive e sulle necessità del settore della pesca non commerciale, anche in vista della prevista revisione normativa della pesca marittima.


Risposta congiunta APR - FIPSAS in formato pdf

Intervento ANAPI Pesca in formato pdf

Sito Associazione Nazionale Piccoli Imprenditori della Pesca ANAPI Pesca

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