CHIUSURA ANTICIPATA
Con Decreto Direttoriale n. 28848 del 3 agosto 2011 la Direzione Generale della Pesca Marittima e Acquacoltura del MIPAAF sancisce, a far data dal 7 agosto 2011, la chiusura anticipata della pesca ricreativa al tonno rosso per l’anno 2011 per il raggiungimento della quota di 50 tonnellate assegnata ai ricreativi.
Con soli 4 giorni di preavviso, nel mezzo della stagione turistica, ai pescatori ricreativi viene imposto di rimandare la pesca del tonno al giugno 2012 e tutto l'indotto economico legato alla pesca ricreativa e sportiva dei grandi pelagici vede chiudere il proprio mercato. La stagione di pesca è durata poco più di un mese e mezzo.
APR invia un documento di Osservazioni alle amministrazioni competenti.
L'attuazione del nuovo Piano Ittico della provincia di Grosseto può essere considerato un caso emblematico di gestione della pesca in acque interne sollevando questioni che dal locale diventano di interesse generale per la pesca ricreativa.
Aggiornamento 01/08/2011 Con l'emissione dell'allegato 3 "Norme" il Piano Ittico accoglie varie indicazioni riportate nelle Osservazioni presentate da APR
Restano aperti problemi di grande rilevanza che chiamano i pescatori locali ad un crescente impegno per una gestione capace di recuperare il pregio delle loro acque.
Con decreto del 6 giugno le quote ricreative di tonno rosso sono passate da 50 a 10 tonnellate per ‘tamponare’ il sovra sfruttamento imputabile alla pesca con i palangari. Il 23 giugno, dopo la verifica di un ‘avanzo’ delle quote della pesca a circuizione (che non ha esaurito quelle ad essa assegnate) con nuovo decreto vengono riportate a 50 tonnellate. Si perché la distribuzione delle quote è un mero calcolo contabile, un po’ a me un po’ a te purchè alla fine dei conti il totale nazionale venga rispettato.
Mentre l'Europa stringe il cerchio sulla pesca professionale illegale nei nostri mari la pesca ricreativa viene ritenuta dai pescatori commerciali alla stregua di un concorrente sleale.
In questi giorni una missione sotto copertura da parte degli ispettori di Bruxelles ha rivelato ampio uso di reti derivanti bandite da parte delle navi da pesca in Sicilia e a Ponza, sulle quali le autorità locali avrebbero chiuso un occhio.
Le ispezioni a sorpresa sono un primo tentativo da parte della Commissaria europea per la pesca Maria Damanaki di reprimere la pesca illegale e dovrebbero comportare l'avvio di procedure di infrazione contro l'Italia e l'imposizione di multe senza precedenti e pesanti da parte della Corte di giustizia europea.