Campagna Seaspin e Alleanza Pescatoti Ricreativi di sensibilizzazione ambientale contro i rifiuti di plastica in mare.
Recentemente le ONG ambientaliste sono andate a trovare il Ministro Martina per perorare la causa della sostenibilità della pesca nel semestre di Presidenza Europea: "L’Italia si impegni di più sulla sostenibilità"
Dipende da cosa si sta cercando di proteggere: i pesci e/o la pesca?
Senza dubbio la cattiva gestione della pesca ha lasciato la porta aperta per i "chiudiamo questo, vietiamo quello", quel tipo di cose cioè che soddisfano il desiderio del legislatore per una rapida soluzione e invogliano la sua disponibilità a 'foraggiare economicamente' le organizzazioni che promuovono tali veloci soluzioni semplicistiche (che raramente sono poi così veloci).
In Italia, e più in generale nel Mediterraneo, il divieto di scarto imposto dalla nuova riforma della Politica Comune della Pesca sarà progressivamente applicato, a partire da gennaio 2015, alle specie soggette a quota e successivamente a quelle elencate nell’Allegato III (tabella delle misure minime dei pesci destinati al mercato) del Regolamento Mediterraneo (CE 1967/2006) .
APR collabora con ISPRA (Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) per il progetto europeo AQUATRACE.
Selezionati anglers in Toscana, Campania, Calabria e Sardegna forniranno al dipartimento Aquacoltura di ISPRA, laboratorio di Biologia Molecolare, entro maggio 2013, alcuni campioni di pinna caudale di spigola e i dati (lunghezza e peso) dell'esemplare catturato per la prima parte del progetto che vede la messa a punto del sistema di indagine.
Roma, 18/03/2013. - (Adnkronos) - Secondo un rapporto realizzato da Fo e Unep, le reti dismesse abbandonate alla deriva negli oceani ammontano a circa 640.000 tonnellate, un decimo di tutti i rifiuti presenti in mare.
Gli ambienti marini sono fondamentali per il benessere umano, ma sono anche ampiamente minacciati dalle nostre attività. Il progetto MARLISCO (MARine Litter in Europe Seas: Social AwarenesS and CO-Responsability) mira a sensibilizzare la società sui problemi e le possibili soluzioni relative a una questione chiave che minaccia gli habitat marini in tutto il mondo: l'accumulo di rifiuti marini.
La Commissione Ambiente della UE pubblica in data 14/10/2011 il documento di lavoro sul "Rapporto tra la valutazione iniziale delle acque marine e i criteri per il buono stato ambientale" redatto a sostegno all'attuazione della direttiva quadro sulla strategia marina.
Lo scorso 1 settembre 2010 la Commissione aveva definito i "Criteri per il raggiungimento del buono stato Ecologico", come riportato sul Comunicato Stampa allora emanato di cui riportiamo più sotto qualche stralcio.
Insieme questi due documenti forniscono una migliore comprensione della Direttiva consentendo così agli Stati membri dell'Unione di adottare le misure necessarie per conseguire un buono stato dell'ambiente marino entro il 2020.
Comunicato Stampa, Bruxells 01 settembre 2010 (IP/10/1084)
Mari europei: la Commissione definisce i criteri per raggiungere il buono stato ecologico
La Commissione europea ha adottato oggi una decisione che definisce i criteri necessari per raggiungere il buono stato ecologico dei mari europei. Grazie a questi criteri, gli Stati membri potranno mettere a punto strategie coordinate per la protezione dell'ambiente marino all'interno di ciascuna regione marina, in modo da garantire la coerenza delle azioni e la comparabilità dei progressi ottenuti nelle varie regioni. La definizione dei criteri è richiesta dalla direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino, finalizzata a raggiungere il buono stato ecologico di tutte le acque marine dell'UE entro il 2020.
Janez Potocnik, commissario europeo per l'ambiente, ha dichiarato in proposito:
"Vogliamo che i nostri mari siano produttivi e in buono stato di salute. La decisione odierna è il primo passo verso la definizione di obiettivi precisi per il raggiungimento del buono stato ecologico. L'adozione della decisione sui criteri per il buono stato ecologico durante l'Anno internazionale della biodiversità è un ulteriore passo avanti nello sviluppo della strategia UE a favore della biodiversità dopo il 2010.".
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L'obiettivo del 2020 per il buono stato ecologico
Con "buono stato ecologico" si intende che lo stato ambientale complessivo delle acque marine è tale da consentire l'esistenza di oceani e mari dinamici e diversificati dal punto di vista ecologico, in buono stato di salute e produttivi. Lo sfruttamento dell'ambiente marino deve essere contenuto entro livelli sostenibili per salvaguardare il potenziale di utilizzi e attività della generazione attuale e di quelle future. Questo significa che occorre tenere pienamente conto della struttura, delle funzioni e dei processi degli ecosistemi marini, proteggere le specie e gli habitat marini ed evitare il declino della biodiversità causato dall'uomo.
Per raggiungere l'obiettivo fissato dall'UE di raggiungere il buono stato ecologico di tutte le acque marine entro il 2020, gli Stati membri devono mettere a punto strategie che si traducano in piani d'azione per applicare un approccio ecosistemico alla gestione delle attività umane. Il buono stato ecologico deve essere stabilito a livello delle regioni o sottoregioni marine sulla base degli 11 descrittori qualitativi dell'ambiente marino specificati nella direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino. La cooperazione regionale è essenziale in tutte le fasi di attuazione della direttiva.