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Sabato, 05 Ottobre 2013 21:20

Tavolo della pesca ricreativa

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Roma 5 ottobre 2013 - Le principali associazioni di pesca non commerciale e FIPO si sono riunite per l'istituzione di un tavolo di lavoro che unisca forze ed idee del settore e possa rivolgersi alle istituzioni pubbliche per interrompere la marginalizzazione del settore ricreativo e portare all'adozione di misure che ne permettano lo sviluppo e la valorizzazione.

L'incontro svoltosi presso la sede della Fipsas ha visto la partecipazione di Arci Pesca, APR (Alleanza Pescatori Ricreativi), EFSA,  di Spinning Club Italia e Unpem in rappresentanza di DPE (Discipline di Pesca Ecosostenibili), del Presidente FIPO in rappresentanza del settore dell'industria e l'adesione di Enal Pesca, Big Game Italia e Per il Mare.

L'iniziativa nasce dalla constatazione della necessità che il settore sia unito e capace di superare le diverse posizioni per diventare un interlocutore forte nei confronti dei soggetti pubblici titolari della gestione delle risorse della pesca.

L'esperienza del Tavolo Ministeriale istituito presso il MIPAAF ha dimostrato la sua insufficienza in quanto strumento utilizzato dal Ministero a sua discrezione quando venisse ritenuta opportuna una consultazione con i portatori di interessi e limitatamente ad alcune tematiche specifiche.
Da questo risulta evidente la necessità di trasformazione del Tavolo in un organo consultivo istituzionale dotato di una propria agenda e di un ruolo attivo e propositivo nei confronti tanto del Ministero quanto dei soggetti territoriali competenti per le acque interne.

La riunione ha evidenziato e confermato la convergenza delle posizioni sui temi di maggior rilevanza prospettando l'effettiva possibilità di una svolta e di un reale lavoro congiunto che potrà portare risultati concreti in termini di miglioramento delle politiche di gestione delle risorse della pesca.

Il tavolo si propone come organismo aperto alla partecipazione di tutti portatori di interessi del settore della pesca non commerciale e prevede la costituzione di tre gruppi di lavoro, rispettivamente per il mare, per le acque interne e per la comunicazione e l'adozione in tempi stretti di una programma di lavoro stringente mirato alle maggiori emergenze a livello nazionale.

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