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Mission

 

MISSION

 

La rappresentanza dei pescatori dilettanti in forma unitaria è stata nel nostro paese essenzialmente limitata al settore agonistico. La pesca propriamente ricreativa si è organizzata in modo frammentario non riuscendo ad avere peso sulla gestione delle risorse della pesca se non in poche realtà locali. La nostra cultura della pesca risulta ancora attardata rispetto a molti paesi europei e cresce il malcontento per la situazione di pescosità in costante peggioramento. Il settore ricreativo resta assente dalla discussione sulla gestione delle risorse marine ed in costante subalternità nella contrattazione per la fruizione delle risorse ambientali delle acque interne sulle quali si basa la qualità delle risorse della pesca.

Un settore di per sé maggioritario che si è trovato ad essere assolutamente secondario, se non assente, nel dibattito sulla gestione della pesca e delle risorse ambientali soprattutto per mancanza di organizzazione unitaria.

La dispersione dell'associazionismo di tecnica e di quello locale contrastano con la possibilità di far pesare l'intero settore e con i modelli di alleanza sperimentati dovunque ci sia stata una evoluzione positiva nella partecipazione dei pescatori alla gestione delle risorse della pesca.

Alleanza Pescatori Ricreativi si propone di realizzare una rappresentanza della pesca ricreativa che superi le contrapposizioni tra pescatori che impediscono il perseguimento dei grandi temi di interesse condiviso sui quali si gioca la possibilità di invertire la tendenza al degrado delle risorse e della pesca.

APR associa i singoli pescatori anche attraverso affiliazione di soggetti collettivi, club, circoli ed altre associazioni con lo scopo di raggiungere una consistenza di rappresentanza significativa che renda ragione alle reali dimensioni del settore in Italia.

 

APR non si pone in contrapposizione con gli altri soggetti attivi nel settore pesca e propone anzi modelli di sviluppo capaci di integrare positivamente le proprie posizioni con gli interessi professionali ed agonistici, in una comune prospettiva di recupero delle condizioni ottimali di qualità ambientale e di pescosità delle nostre acque.

Il messaggio è molto semplice. Ci lamentiamo per una pesca impoverita. Affidiamoci ai migliori strumenti scientifici disponibili e programmiamo insieme misure utili a migliorare la situazione a beneficio di tutte le categorie di fruitori. Se recentemente i soggetti che sono già attivi ed organizzati hanno iniziato a trattare l'argomento lo hanno fatto in modo parziale ed incompleto. Noi potremmo avere i numeri per dare una svolta in questo senso sostituendo i conflitti tra fruitori con un lavoro condiviso per politiche di gestione ottimizzate a favore di tutti secondo principi di equità e di sostenibilità, senza ridurre il peso di nessuno degli aspetti economici, sociali ed ambientali che ci interessano.

La capacità delle nostre risorse della pesca di rigenerarsi si è spesso dimostrata sorprendente. Adeguate misure di gestione potrebbero ottenere eccellenti risultati in tempi brevi. Per questo dal gran calderone delle lamentele costanti che i pescatori fanno sui loro risultati di pesca e sulla gestione disastrosa delle risorse, nasce la proposta della Alleanza Pescatori Ricreativi, per riunire, fuori dal mondo dell'agonismo i pescatori di tutte le tecniche propriamente ricreative. Il riferimento che lega APR al corrispondente associazionismo internazionale è nella definizione della pesca con lenza ed amo, quella che in inglese viene definita angling e che nella specifica di recreational angling evidenzia la comunità di interessi del gruppo di pescatori numericamente più consistente.

I pescatori ricreativi amatoriali con la lenza sono realmente la grande massa dei fruitori della pesca ricreativa e dei consumatori di beni e servizi che producono reddito. Ci sono i numeri, anche economici, ma continua a mancare il loro peso che può agire nei meccanismi istituzionali solo se raccolto formalmente intorno ad una rappresentanza. Quella proposta da APR intende assumersi l'onere di traghettare la pesca ricreativa italiana verso l'Europa e la gestione delle nostre risorse verso un modello cosciente ed un approccio scientifico multidisciplinare il cui percorso è stato chiaramente definito e viene costantemente aggiornato dagli organismi internazionali.

APR si propone come aggregazione del quarto polo del settore a completare il quadro del quale fanno parte la pesca agonistica/subacquea, quella professionale e la rappresentanza del settore commerciale delle attrezzature da pesca.

Se i pescatori amatoriali italiani potranno far valere il loro numero reale in una rappresentanza unitaria, avranno una posizione di maggioranza e forse per questo finora sono stati tenuti divisi e marginalizzati, privati di risorse indirizzate in abbondanza sugli altri settori nonostante la preponderanza numerica della pesca amatoriale e la consistenza della sua economia. Quello che APR propone è di unire la pesca ricreativa italiana agendo sui grandi temi condivisi a livello nazionale e creando una rete organizzativa efficace e trasparente per le realtà locali.

Nel paese dove c'è sempre qualcuno dietro a qualsiasi iniziativa eccone una dietro alla quale non c'è proprio nessuno, che nasce solo dai pescatori, che non vuole niente altro che una pesca migliore, che crede valga la pena di lavorarci senza invocare l'intervento di qualcun altro che non è mai intervenuto e mai lo farà di sua iniziativa.

Discorsi a volte un po' complicati dietro ai quali ci sono solo ed esclusivamente le frustrazioni del tornare alla macchina con la netta sensazione che qualcosa non vada affatto bene e che qualcuno stia giocando sporco privandoci di un bene naturale che è una bella fetta della nostra qualità della vita. I pescatori sono inca...volati neri. APR non è fatta da politicanti e burocrati ma solo da pescatori inca..volati neri, che vogliono che le loro acque abbiano i pesci che la natura permette.

 

Sappiamo che un bilanciamento equo dei fattori in gioco, economici, ambientali e sociali, gioca a nostro favore. APR non chiede stranezze e non vuole semplicemente far prevalere un interesse particolare, ma vuole che anche da noi si seguano metodi e procedure corretti , che la gestione venga fatta in modo scientifico ed aggiornato, a vantaggio di tutti, considerando equamente tutti i soggetti interessati.

Lo dicono tutti. Lo dicono anche gli organismi internazionali e sarebbe l'ora di metterci mano: forse manca solo chi ne faccia richiesta e sembra verosimile che sinora sia mancato perché una gestione seria, che tenga in considerazione i diversi fattori in gioco, non potrebbe che andare contro al perseguimento esclusivo di interessi corporativi di massimo utile momentaneo e di scarsa prospettiva così comuni tra chi finalizza la pesca ad altro che alla soddisfazione di una passione disinteressata per la cattura di pesci naturali in ambienti naturali.

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