E’ recentissima la notizia di due pescatori multati dalla Guardia Costiera con un bottino di circa 48 kg di orate. Uno dei due viene descritto su l’articolo de La Nazione come pescatore livornese “molto noto nell’ambiente della pesca sportiva” e in un baleno il mondo social della pesca sportiva e ricreativa si è sbizzarrito nel rimbalzare la notizia, chi stigmatizzando il comportamento, chi considerandolo una ‘leggerezza’ intanto ‘i pescatori professionisti fanno di peggio’ (riassumiamo in questa frase alcuni commenti letti sui social).
Il Consiglio Consultivo del Mediterraneo MEDAC, che è composto da rappresentanze di tutti i portatori di interessi del comparto pesca nei vari Stati Membri della UE, ha il compito di fornire pareri non vincolanti sulla pesca nel Mediterraneo alla Commissione Europea e si occupa anche di pesca ricreativa con un gruppo di lavoro specifico.
I pescatori ricreativi si associano per difendere i loro interessi e, nonostante siano associati a sigle diverse e non raramente in contrasto tra loro, tutti difendono la pesca ricreativa.
In mare questa posizione si contrappone spontaneamente alla pesca commerciale come se lo scenario prevedesse una netta separazione tra buoni e cattivi.
L'evasione delle spigole dagli impianti di acquacoltura pone dubbi sui rischi sia sanitari che ambientali ma fa anche risaltare un problema centrale della pesca ricreativa.
Giugno 2017 – la voce giunge per l’ennesima volta a circolare fin lontano dalla costa lungo la quale, per alcune settimane, si manifesta una anomala abbondanza di spigole, palesemente provenienti da un impianto di acquacoltura.Un evento ricorrente e diffuso che solleva domande e riflessioni su salute, ambiente, biodiversità, vigilanza, rispetto dei regolamenti, fino al nodo della nostra cultura della pesca.
Nel dibattito sulla regolamentazione della pesca ricreativa marittima, è tema ricorrente e più che mai di attualità, quello degli attrezzi passivi, nasse e soprattutto palangari.
In alcuni documenti (nazionali ed europei) appare la proposta di vietare questi attrezzi alla pesca ricreativa e ciò genera reazioni di difesa in una nicchia di fruitori regolari.
A volte lasciar passare un po’ di tempo dagli accadimenti riesce a mostrare le cose sotto una luce migliore.
15 DICEMBRE 2014 -Comunicato stampa Congiunto in risposta a Intervento Coldiretti su pesca sportiva -
Rappresentanti della Bass Anglers Sportfishing Society si sono uniti ai parlamentari del All Party Parliamentary Angling Group in una delegazione di Angling Trust per fare pressione sul Ministro della Pesca Richard Benyon per una misura minima sostenibile per la spigola al fine di permettere ai pesci di riprodursi almeno una volta e per il ristabilimento degli stock.
La proposta mira ad innalzare la misura minima dagli attuali 36 centimentri a più della taglia di riproduzione minima di 42 centimetri.
Mentre la normativa europea e quella italiana restano ferme ad una misura minima inqualificabile di soli 25 centimetri il documento consegnato al Ministro inglese sostiene una misura minima di 48 centimetri per permettere al maggior numero possibile di pesci di riprodursi prima di rischiare di essere pescati.
La regolamentazione della pesca prescrive l’obbligo di rispetto di misure minime per i pesci pescati. Al di sotto del limite fissato i pesci devono essere rilasciati mentre sopra lo stesso limite possono essere prelevati fino ad un quantitativo massimo anch’esso stabilito per legge.
La più comune finalità della misura minima è dare la possibilità per i pesci di potersi riprodurre almeno una volta mentre il limite di carniere pone una misura di buon senso al quantitativo destinabile al consumo alimentare diretto.