Nel discorso tenuto a Stoccolma il 23 novembre scorso in occasione del seminario "Rinnovamento della politica europea della pesca - minimizzare le catture accessorie e divieto di rigetto", il commissario Maria Damanaki ha fornito maggiori indicazioni su uno dei temi centrali della proposta di riforma.
Nella risoluzione del 17 novembre 2011 sulla lotta contro la pesca illegale a livello internazionale (edizione provvisoria), il Parlamento Europeo affronta il tema della pesca illegale non riportata e non regolamentata ( INN, in inglese IUU Illegal, Unreported and Unregulated), adottando, al punto 11 , anche la linea relativa alla pesca ricreativa. Si legge infatti "(il Parlamento) invita la Commissione a verificare, entro la fine del 2012, se all'interno dell'UE la pratica della pesca sportiva sia così diffusa da poter effettivamente essere considerata come pesca INN"
Il Commissario Maria Damanaki spiega, al Parlamento Inglese, la riforma della Politica Comune della Pesca e risponde ad alcune domande.
E' stato affrontato inoltre l'impatto sociale della riforma proposta e il Commissario Damanaki ha descritto come si intende finanziare il settore della pesca ed in particolare di quello di piccola scala , nella transizione verso una pesca sostenibile.
Regionalizzazione e ruolo dei Consigli Consultivi (RACs)
Nel documento di Comunicazione della Riforma della Politica comune della Pesca, la DG Mare indica la Regionalizzazione come obiettivo per una migliore governance:
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2.5. Una migliore governance grazie alla regionalizzazione
Un approccio centralizzato “dall’alto verso il basso” rende difficile adattare la PCP alle specificità dei diversi bacini marittimi dell’UE. Gli Stati membri e le parti interessate assumeranno maggiori responsabilità per la gestione delle risorse a nelle varie attività e zone di pesca, nonché per la coerenza di tale gestione con altre azioni in ciascun bacino marino.
La Commissione Ambiente della UE pubblica in data 14/10/2011 il documento di lavoro sul "Rapporto tra la valutazione iniziale delle acque marine e i criteri per il buono stato ambientale" redatto a sostegno all'attuazione della direttiva quadro sulla strategia marina.
Lo scorso 1 settembre 2010 la Commissione aveva definito i "Criteri per il raggiungimento del buono stato Ecologico", come riportato sul Comunicato Stampa allora emanato di cui riportiamo più sotto qualche stralcio.
Insieme questi due documenti forniscono una migliore comprensione della Direttiva consentendo così agli Stati membri dell'Unione di adottare le misure necessarie per conseguire un buono stato dell'ambiente marino entro il 2020.
Comunicato Stampa, Bruxells 01 settembre 2010 (IP/10/1084)
Mari europei: la Commissione definisce i criteri per raggiungere il buono stato ecologico
La Commissione europea ha adottato oggi una decisione che definisce i criteri necessari per raggiungere il buono stato ecologico dei mari europei. Grazie a questi criteri, gli Stati membri potranno mettere a punto strategie coordinate per la protezione dell'ambiente marino all'interno di ciascuna regione marina, in modo da garantire la coerenza delle azioni e la comparabilità dei progressi ottenuti nelle varie regioni. La definizione dei criteri è richiesta dalla direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino, finalizzata a raggiungere il buono stato ecologico di tutte le acque marine dell'UE entro il 2020.
Janez Potocnik, commissario europeo per l'ambiente, ha dichiarato in proposito:
"Vogliamo che i nostri mari siano produttivi e in buono stato di salute. La decisione odierna è il primo passo verso la definizione di obiettivi precisi per il raggiungimento del buono stato ecologico. L'adozione della decisione sui criteri per il buono stato ecologico durante l'Anno internazionale della biodiversità è un ulteriore passo avanti nello sviluppo della strategia UE a favore della biodiversità dopo il 2010.".
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L'obiettivo del 2020 per il buono stato ecologico
Con "buono stato ecologico" si intende che lo stato ambientale complessivo delle acque marine è tale da consentire l'esistenza di oceani e mari dinamici e diversificati dal punto di vista ecologico, in buono stato di salute e produttivi. Lo sfruttamento dell'ambiente marino deve essere contenuto entro livelli sostenibili per salvaguardare il potenziale di utilizzi e attività della generazione attuale e di quelle future. Questo significa che occorre tenere pienamente conto della struttura, delle funzioni e dei processi degli ecosistemi marini, proteggere le specie e gli habitat marini ed evitare il declino della biodiversità causato dall'uomo.
Per raggiungere l'obiettivo fissato dall'UE di raggiungere il buono stato ecologico di tutte le acque marine entro il 2020, gli Stati membri devono mettere a punto strategie che si traducano in piani d'azione per applicare un approccio ecosistemico alla gestione delle attività umane. Il buono stato ecologico deve essere stabilito a livello delle regioni o sottoregioni marine sulla base degli 11 descrittori qualitativi dell'ambiente marino specificati nella direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino. La cooperazione regionale è essenziale in tutte le fasi di attuazione della direttiva.
CCR MED - RACMED - CONSIGLIO CONSULTIVO REGIONALE DEL MEDITERRANEO - SETTEMBRE 2011
Nei giorni 20 e 21 settembre 2011 si sono riuniti a Malta i gruppi di lavoro del RACMED (Riforma della Politica Comune della Pesca, Tonno Rosso, Pesce Spada) per elaborare una proposta da sottoporre al comitato esecutivo per l'approvazione e conseguente documento del RACMED di input alla Commissione UE.
E' stata identificata nella 'Direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino dell'UE' (MSFD 2008/56/CE) l'importanza di affrontare l'eutrofizzazione per migliorare la salute ecologica delle zone costiere e delle acque marine.
Un nuovo studio discute i possibili metodi per la valutazione e il monitoraggio dell'eutrofizzazione, tra cui gli indicatori da monitorare.
La Direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino (MSFD) ha individuato e descritto 11 aspetti del buono stato ecologico per le acque marine che gli Stati membri dovrebbero monitorare. Uno di questi è l'eutrofizzazione di origine umana e i suoi effetti negativi, come la perdita di biodiversità, fioriture algali nocive e carenza di ossigeno.
La Commissione europea ha creato gruppi di lavoro al fine di fornire una guida per lo sviluppo di indicatori per ogni aspetto di un buono stato ambientale. Questo studio riassume il lavoro svolto dal gruppo responsabile per gli aspetti della eutrofizzazione ed è stato sostenuta dalla Commissione europea.
Sulla base delle precedenti definizioni e la descrizione della MSFD, il gruppo ha adottato una definizione di eutrofizzazione che include il processo originato dai nutrienti ed i suoi effetti. Essi hanno identificato un certo numero di indicatori esistenti. Alcuni descrivono variazioni nei carichi di nutrienti, come azoto e fosforo, mentre altri descrivono gli effetti biologici, come ad esempio quantità di clorofilla nelle acque e abbondanza di alghe. Ci sono anche gli indicatori secondari, come bassi livelli di ossigeno disciolto e la perdita di vegetazione acquatica sommersa (SAV). In linea con la natura olistica della MSFD, la revisione raccomandata prevede di utilizzare una combinazione di indicatori che consideri tutte le aree dal
fondale marino alla superficie. [...]
Una migliore conoscenza sul processo di eutrofizzazione è necessaria in termini di rapporto tra concentrazione di nutrienti, concentrazione di clorofilla e il loro impatto sugli ecosistemi, compresa la resilienza degli ecosistemi marini alla eutrofizzazione e dei loro meccanismi di recupero.
Leggi alla fonte: http://ec.europa.eu/environment/integration/research/newsalert/pdf/252na4.pdf
Bruxelles, 25 maggio 2011
Possibilità di pesca nelle acque dell’UE nel 2012: conseguire il giusto equilibrio per ridurre il sovrasfruttamento
La Commissione europea ha pubblicato oggi una relazione che illustra i progressi compiuti negli ultimi anni nell’ambito della politica comune della pesca e formula alcune raccomandazioni riguardanti le possibilità di pesca nelle acque dell’UE nel 2012. Il documento spiega in che modo la Commissione intenda avvalersi dei pareri scientifici che le vengono trasmessi in merito allo stato degli stock ittici per proporre limiti di cattura e contingenti per il prossimo anno.