La DG MARE ringrazia il MEDAC per il parere su un elenco di sei specie che il gruppo di lavoro della pesca ricreativa ha identificato come sovrasfruttate, fornendo la descrizione completa della loro ecologia e le cause, dovute alla pesca o ad altri fattori, che le minacciano.
“Abbiamo anche preso atto della vostra raccomandazione di includere queste specie nel quadro dei piani pluriennali di gestione del Mediterraneo”. Scrive il direttore generale Machado.
Per alcune delle 6 specie citate nel parere MEDAC (cernia bruna, spigola, orata, corvina, ombrina e dentice) gli organi scientifici non hanno chiara conoscenza del loro status e non vi è valutazione dello stock.
Solo nel 2016, per la prima volta, lo STECF (l’organo scientifico della Commissione Europea) ha valutato lo stato di Orata (Sparus aurata) e Spigola (Dicentrarchus Iabrax) nel Golfo del Leone (GSA 7 - area di Mediterraneo prospiciente la Francia). I risultati della valutazione indicano, come suggerito nel parere del MEDAC, che entrambe le scorte sono sfruttate oltre i livelli sostenibili (cioè, rispettivamente, 2.63 e 3.40 volte superiori alla stima del Fmsy, cioè superiori alla mortalità da pesca accettabile per raggiungere il livello di MSY massimo rendimento sostenibile, che non è altro che il massimo pescabile nelle attuali condizioni ambientali che permetta comunque allo stock di autosostenersi). In poche parole la mortalità da pesca è sufficientemente elevata da intaccare la possibilità dello stock di mantenersi in salute e con popolazioni stabili.
Le informazioni contenute nel parere del MEDAC sono state molto apprezzate perché ritenute utili e corrispondenti alle riflessioni fatte dalla DGMARE. Ad esempio per quanto concerne la possibilità di integrare i Piani pluriennali di gestione delle specie demersali nel Mediterraneo con le suddette specie gestendole, conformemente con quanto previsto dall’Art.2 comma 2 della PCP, sulla base dell’approccio precauzionale e della regionalizzazione: “La PCP applica alla gestione della pesca l'approccio precauzionale ed è volta a garantire che lo sfruttamento delle risorse biologiche marine vive ricostituisca e mantenga le popolazioni delle specie pescate al di sopra di livelli in grado di produrre il rendimento massimo sostenibile”.
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