"Contiamoci per contare (cit.)" è stata una presa in giro che una parte del settore ricreativo ha ingenuamente accolto come segno di un cambio epocale credendo che bastasse dire “siamo tanti” per far valere diritti ed idee. I pescatori in mare si sono contati e la politica del Ministero ci conferma che non è servito a niente.
La riduzione della quota ricreativa di tonno rosso è uno scandalo che ha provocato la reazione del settore culminando in una iniziativa della FIPSAS che propone una petizione alla firma dei pescatori. Un argomento ovviamente condiviso da tutto il settore ricreativo ma se quasi un milione di firme raccolte direttamente dal Ministero non sono servite praticamente a niente come possiamo sperare che raccogliere un numero certo molto minore di firme possa servire a qualcosa?
Constatiamo che tra le altre cose potrebbe servire a rispolverare un'immagine di titolarità della rappresentanza dei praticanti, di quelli ad esempio che per pescare devono essere tesserati o che per difendere la pesca del tonno devono anche firmare che la FIPSAS è, citando dal testo della petizione “rappresentante designata a tutela dei nostri interessi e diritti di cittadini e di pescatori”. Chi firma per la difesa della pesca ricreativa del tonno rosso sembrerebbe quindi designare automaticamente la FIPSAS a rappresentarlo.
Anche se sembra una frase inserita nel testo in modo cosciente e con un significato forte di indirizzo, consideriamo che possa essere solo una svista nel tentativo di aumentare il carico di autorevolezza nei confronti dei destinatari della petizione, ma riteniamo comunque doveroso evidenziarlo.
APR sottoscrive le richieste della petizione al netto della citazione di cui sopra che sembra il colpo di coda di un modo obsoleto di gestire i rapporti con le istituzioni, con gli altri portatori di interessi e con i pescatori.
La Petizione fa menzione esplicita del Tavolo ministeriale, definito “di concertazione”, al quale sedevano le maggiori sigle associative del settore e che ha sostenuto negli ultimi anni le misure adottate nei confronti della pesca ricreativa. Un Tavolo convocato all'occorrenza dal Ministero che perciò non serve quando ci si deve rivolgere al Ministero stesso ma solo quando lui deve rivolgersi a noi. Infatti la riduzione della quota non è certamente passata per il Tavolo ma i partecipanti a quel Tavolo non sembrano aver dato importanza a questo particolare visto che è mancata una reazione unitaria. Il Tavolo, lo stesso dove era stata concordata la Comunicazione obbligatoria, resta un relitto che aspetta di essere riportato alla luce alla prima occasione nella quale il Ministero preferisca avere un placet del settore ricreativo per qualche sua iniziativa. Forse un caso come questo avrebbe potuto essere l'occasione, piuttosto che per la richiesta al Ministero di riattivare il tavolo, per una sua autoconvocazione e per la sua evoluzione verso un forum di settore finalizzato alla istituzionalizzazione di una sede consultiva aperta, in grado di lavorare non solo su convocazione del Ministero ma, al contrario, dotata di una propria agenda e di un atteggiamento attivo nei confronti del Ministero stesso.
La petizione sul tonno rosso, che idealmente avrebbe dalla sua tutte le firme della Comunicazione obbligatoria che il Ministero contava al 20 febbraio 2012 in 794.588, potrà misurare la capacità di penetrazione del proponente tra i pescatori ma non certo portare maggiore evidenza presso istituzioni che hanno ampiamente dimostrato di non considerare, in modo pregiudiziale e condizionato dal settore commerciale, il peso del settore ricreativo.
Un commento propositivo che non modifica l'adesione di APR ai contenuti della petizione anche se con entusiasmo spento ed invitando a considerare la necessità di sviluppo di nuovi e diversi strumenti di azione nei confronti delle amministrazioni competenti.
Petizione e modulo raccolta firme sono disponibili sul sito FIPSAS:
“Petizione a favore della pesca ricreativo-sportiva al tonno rosso”