I Piani, in tutto 10, sono proposti da Consorzi già formati o da formare e prevedono la costituzione di "Organismi di Governance".
La disorganizzazione e il mancato coinvolgimento delle rappresentanze locali della pesca ricreativa in questo contesto hanno certamente favorito l'unilateralità delle posizioni espresse nei Piani. Le citazioni riguardanti la pesca ricreativa convergono verso uno standard adottato nel comparto pesca ed impongono come di consueto la necessità di introdurre argomenti ampiamente discussi anche in sede Europea ma ancora sconosciuti o ignorati in molte realtà locali.
Ad esempio nel Piano Piccola Pesca Salerno a pagina 15 si legge che "quantificare i danni della pesca sportiva/dilettantistica appare piuttosto difficile vista la mancanza di dati storici e attuali..."
Nel Piano di gestione Piccola Pesca nel Compartimento Marittimo di Napoli a pagina 45 si legge che "soprattutto nei mesi estivi la presenza di dilettanti che esercitano la pesca assume una presenza massiccia tanto da porre un serio problema al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità posti dal Piano di Gestione".
Il concetto sotteso e pregiudizialmente assunto in mancanza di qualsiasi dato scientifico di supporto è che la pesca ricreativa fa "danno" e mette a rischio la sostenibilità della pesca.
Tutto evidentemente ruota intorno allo sfruttamento commerciale ed è palese la mancanza di conoscenza del settore ricreativo prima di tutto perché manca qualsiasi riferimento all'economia della pesca ricreativa, al suo rapporto con lo sforzo di pesca riferito agli stock delle diverse specie ittiche ed al suo potenziale di sviluppo sostenibile a favore delle comunità locali.
L'impostazione monolitica della gestione della pesca a fini commerciali non riesce ad integrare tra i suoi riferimenti quello del valore economico della pesca ricreativa e delle sue prospettive per il turismo.
La centralità della pesca commerciale lascia comunque aperta la porta agli altri portatori di interessi dove i Piani indicano che negli Organismi di Governance "se necessario potranno essere coinvolti nella governance altri stakeholders" (es. Piccola Pesca Salerno pag 25).
La speranza è che nelle sedi locali la pesca ricreativa possa trovare risorse e spazi utili ad intervenire direttamente presso gli Organismi di Governance come settore di pesca operante nell'area che in quanto tale è "necessario" venga coinvolto.