E' stata identificata nella 'Direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino dell'UE' (MSFD 2008/56/CE) l'importanza di affrontare l'eutrofizzazione per migliorare la salute ecologica delle zone costiere e delle acque marine.
Un nuovo studio discute i possibili metodi per la valutazione e il monitoraggio dell'eutrofizzazione, tra cui gli indicatori da monitorare.
La Direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino (MSFD) ha individuato e descritto 11 aspetti del buono stato ecologico per le acque marine che gli Stati membri dovrebbero monitorare. Uno di questi è l'eutrofizzazione di origine umana e i suoi effetti negativi, come la perdita di biodiversità, fioriture algali nocive e carenza di ossigeno.
La Commissione europea ha creato gruppi di lavoro al fine di fornire una guida per lo sviluppo di indicatori per ogni aspetto di un buono stato ambientale. Questo studio riassume il lavoro svolto dal gruppo responsabile per gli aspetti della eutrofizzazione ed è stato sostenuta dalla Commissione europea.
Sulla base delle precedenti definizioni e la descrizione della MSFD, il gruppo ha adottato una definizione di eutrofizzazione che include il processo originato dai nutrienti ed i suoi effetti. Essi hanno identificato un certo numero di indicatori esistenti. Alcuni descrivono variazioni nei carichi di nutrienti, come azoto e fosforo, mentre altri descrivono gli effetti biologici, come ad esempio quantità di clorofilla nelle acque e abbondanza di alghe. Ci sono anche gli indicatori secondari, come bassi livelli di ossigeno disciolto e la perdita di vegetazione acquatica sommersa (SAV). In linea con la natura olistica della MSFD, la revisione raccomandata prevede di utilizzare una combinazione di indicatori che consideri tutte le aree dal
fondale marino alla superficie. [...]
Una migliore conoscenza sul processo di eutrofizzazione è necessaria in termini di rapporto tra concentrazione di nutrienti, concentrazione di clorofilla e il loro impatto sugli ecosistemi, compresa la resilienza degli ecosistemi marini alla eutrofizzazione e dei loro meccanismi di recupero.
Leggi alla fonte: http://ec.europa.eu/environment/integration/research/newsalert/pdf/252na4.pdf