Nel suo Piano Ittico la Provincia di Grosseto ha dato ampio spazio a quanto previsto dalla Regione (Legge Regionale Toscana 07/2005 e relativo Regolamento Applicativo) in materia di pesca professionale in acque interne con la conseguenza che le maggiori acque salmastre della provincia: Ombrone, Albegna, Bruna, sono state aperte alla pesca con attrezzi professionali comprese reti da posta lunghe fino a 100 metri.
Sono state definite le specie pescabili dai professionisti e le zone di pesca. Oltre ai pesci di mare come spigole, orate, cefali, i professionisti potranno pescare anche le specie di acque dolci comprese quelle che sono oggetto di ripopolamenti perchè specie in sofferenza, come il luccio.
A supporto delle scelte di gestione del Piano Ittico provinciale non esistono dati nè sull'economia della pesca ricreativa in zona, nè sullo stato delle risorse delle zone aperte alla pesca professionale.
Una beffa per chi vorrebbe vedere allontanate le reti dalle foci e dagli arenili sempre meno pescosi e invece le vede entrare a pieno titolo nei fiumi contro qualsiasi logica di tutela ambientale e sviluppo sostenibile.
Alla foce dell'Albegna la zona di divieto destinata a proteggere i pesci che entrano nella laguna di Orbetello per essere pescati dai professionisti, viene adesso aperta all'uso di attrezzi professionali trasformandosi così definitivamente in una sorta di 'area a regolamento specifico' per sole reti.
Il valore delle risorse della pesca viene esclusivamente attribuito in base al valore commerciale della carne di pesce della quale tutti cercano di appropriarsi.
I pescatori ricreativi quei pesci li vogliono in acqua ed è dimostrabile che le risorse destinate all'utilizzo ricreativo possono acquisire un valore fino a 100 volte superiore a quello derivante dalla loro vendita sul banco del mercato, valore che può diventare reddito per l'indotto e la comunità locale.
Reti e bilance (impianti fissi) propongono un modello esclusivamente estrattivo di grande impatto in acque interne dotate di alto pregio alieutico e già fortemente degradate a causa della inefficace gestione della pesca dilettantistica.
A ridosso del Parco della Maremma e di altre riserve naturali la risorsa ittica viene destinata a quelle tecniche che, a fronte di un fortissimo impatto, portano il minore beneficio economico e costituiscono quindi per la comunità locale una concreta perdita di reddito.
APR Alleanza Pescatori Ricreativi, ha utilizzato la 'finestra' aperta dalla Valutazione Ambientale Strategica del regolamento applicativo del piano stesso per presentare alle Amministrazioni competenti le proprie Osservazioni, condivise e sottoscritte da un buon numero di associazioni di pescatori e associazioni ambientaliste anche non espressamente legate a quel territorio, a dimostrazione del fatto che il problema sollevato non è di esclusivo respiro locale ma riguarda, più in generale, la reale tutela della risorsa ittica, la possibilità di sopravvivenza e sviluppo della pesca ricreativa e lo sviluppo di nuovi modelli di gestione della pesca che possano garantire alle comunità locali beneficio a lungo termine, così come è l'orientamento della nuova Politica Comune della Pesca, in opposizione all' indiscriminato sfruttamento a breve termine.
Le acque salmastre italiane sono un patrimonio inestimabile gravato da una lunga storia di sfruttamento. L'estensione a queste acque dei modelli di gestione ricreativa prospetta un enorme potenziale positivo esplosivo per la pesca ricreativa in Italia. La Provincia di Grosseto è tra quelle italiane con maggiori opportunità di sviluppo in questo senso. Una revisione delle impostazioni di approccio alla gestione di queste risorse potrebbe costituire un modello di scala nazionale oltre che una reale occasione di sviluppo sostenibile a favore delle comunità locali.