Più piccolo è il pesce più è facile danneggiarlo, cercare di catturare i pesci sottomisura in modo sistematico ed organizzato, riunendo pescatori esperti in una zona ristretta è una scelta assolutamente deprecabile perché potrà verosimilmente produrre una mortalità aggiuntiva di esemplari giovani che non hanno sicuramente raggiunto la taglia di prima riproduzione.
Ancora dal sito FIPSAS: - “Questa chiamiamola "deroga" alla Legge … è stata fortemente voluta dai vertici federali”. -
Seguono i motivi, il primo dei quali è ridare spettacolarità alle gare in mare visto che ormai i pesci non ci sono più e i migliori pescatori d’Italia e del mondo che vantano vittorie dovunque vadano, fanno cappotti. Che vergogna! Pieni di coppe e medaglie arrivare a fine gara senza aver visto un pesce. Allora meglio ridare spettacolarità con mormore o orate da 10 centimetri perché con le misure rispettivamente a 15 e 20 non si prende più niente. Che roba! Non ci sono più orate da 20 centimetri in giro. Se non le prendono gli agonisti super specializzati e super attrezzati è davvero un brutto segno. Le cause del “forte aumento dei cappotti”, si legge, sono “tante e di origine diversa”. Sintetico se non altro. Meglio per i vertici federali evitare il discorso altrimenti con tutte le gare spettacolari da fare dove lo trovano il tempo e la voglia di provare a fare qualcosa per far tornare i pesci in mare? Una cosa complicata farli tornare visto che le cause sono appunto tante e di origine diversa. Visto che ci sono ancora un po’ di pesci piccoli basta fare le gare con quelli e per il resto continuare a fare chiacchiere. E ovviamente vantare il proprio attivismo di successo aggiungendosi allegramente alla lista delle cause di origine diversa dei propri cappotti ed anzi arrivando a far derogare la legge per poterlo fare.
Il secondo motivo è, citiamo nuovamente, - “l'esigenza ormai ineludibile di formare ed estendere una vera e propria coscienza etico-sportiva, attraverso le gesta dei campioni di pesca sportiva, in tutti i pescatori sportivo-ricreativi” - Un’etica fondata sulle deroghe a leggi già scandalosamente permissive. Campioni le cui gesta sarebbero cercare i pesci sottomisura e vincerci le gare. Un vero gesto atletico non c’è che dire. C’è anche una legge antidoping per le gare di pesca e saremmo curiosi di sapere che sostanze usano per aumentare questo tipo di prestazioni. Nel decalogo del buon agonista in deroga c’è il “deprecare atteggiamenti illeciti” ed è curioso vedere come ci siano atteggiamenti illeciti capaci di diventare improvvisamente leciti grazie ad una deroga.
Al di là dei rapporti politici dei quali ai comuni pescatori non è dato sapere, Il Ministero che ha voluto caratterizzarsi per una particolare attenzione alla pesca ricreativa, rincara la dose di un atteggiamento dannoso per il settore sforzandosi monotonamente di sottolineare che, al contrario, è tutto a suo favore.
Ci sono certamente risvolti economici imprevedibili, ci vorranno attrezzature nuove, ad esempio potrebbe esserci un nuovo mercato per le bilance di precisione.
- "Un grande passo avanti, verso un agonismo sempre più orientato, come è logico che sia, alla tutela e al rispetto dell'ambiente marino, e tutto grazie alla FIPSAS" - queste le prime parole del Prof. Ugo Claudio Matteoli, Presidente della FIPSAS, all'atto del ricevimento della nota ministeriale.
Che la FIPSAS sia così sollecita a prendersene tutto il merito è confortante dal momento che potrà anche essergliene attribuita tutta la responsabilità. Si tratta di una deroga ad una norma che tutto il settore ricreativo amatoriale sostiene essere ormai insufficiente a garantire un livello minimo di tutela dell’ambiente marino. Si fa eccezione a questa legge troppo permissiva perché per fare gare spettacolari bisogna essere ancora più permissivi. Basta che di gara si tratti e che vinca chi è più bravo a prender pesci piccoli. Per partecipare non occorre essere campioni, solo tesserati.
Ultima citazione tra gli argomenti messi in evidenza nel sito FIPSAS, la finalità di - “sensibilizzare tutti, ma soprattutto i più giovani e quelli che si avvicinano alla pesca sportiva, nel conoscere a fondo i regolamenti sia sportivi che etici della disciplina alieutica per contrastare il depauperamento e lo sfruttamento sconsiderato che finora è stato effettuato nel mare.” -
E’ disarmante che qualcuno cerchi di farlo credere! Si dà la possibilità di tenere fino a fine gara i pesci sottomisura per i quali normalmente la legge richiede l’immediata re immissione a scopo di tutela. Giusto cercare di diffondere il messaggio tra i giovani, dobbiamo fargli sapere che da oggi se fanno le gare possono divertirsi e diventare anche campioni con pesci che per i pescatori normali sono illegali. E questo servirebbe a contrastare cosa? Il depauperamento? Lo sfruttamento sconsiderato? Noi diremmo a parteciparvi piuttosto!
Lasciatecelo dire: la pesca ricreativa è un’altra cosa, lo sport un’altra ancora.
Lo leggete scritto qui ma siamo certi che se ascoltaste bene lo potreste sentire ripetuto in tutti i toni, dal bisbiglio all’urlo, da tutti i pescatori ricreativi amatoriali italiani.