Lo scorso anno la quota assegnata alla pesca ricreativa era di 50 tonnellate. All'inizio di giugno c'era stata una riduzione drastica a 10 tonnellate per ‘tamponare’ il sovra sfruttamento imputabile alla pesca con i palangari. Il 23 giugno, dopo la verifica di un ‘avanzo’ delle quote della pesca a circuizione (che non aveva esaurito quelle ad essa assegnate) con nuovo decreto quella ricreativa veniva riportata a 50 tonnellate.
Controlla la sequenza normativa
Oggi colpisce lo sventolio di bandiere proveniente dalle rappresentanze del settore ricreativo presenti al tavolo permanente istituito presso il Ministero, con l'annuncio che per il 2012 le quote assegnate passeranno dalle, secondo loro 10 tonnellate dello scorso anno, a ben 35.
Significativo invece il passaggio reale alle 35 annunciate contro le 50 effettive che furono tanto rapidamente consumate nel 2011.
Vogliamo pensare che ci sarà una compensazione simile a quella dello scorso anno a mettere una pezza sull'angolo di osservazione degli entusiasti. Non c'è bisogno di aspettare niente invece per essere rassicurati pienamente su come il bilancio dell'anno trascorso si possa dire arricchito da un'altra perla corredata dalla sua apologia.
Oltre all'episodio che vede giocare la carta del fare vanto di una vittoria dichiarata, costruita sulla base di una quota di confronto (10 tonn) clamorosamente falsa, le rappresentanze del tavolo permanente istituito presso il Ministero incassano alla prova dei fatti un risultato pesantemente negativo ed assolutamente penalizzante per il settore della pesca ricreativa.
Prevedibilmente la stagione 2012 è esposta al rischio di essere estremamente corta e se nel 2011 c'è stato poco più di un mese e mezzo di apertura, trasportando i valori percentuali della quota sul periodo di pesca potrebbe venir fuori un mese secco di pesca del tonno con istituzionalizzazione della corsa allo sbarco per sfruttare il momento e visto che dalle nostre coste arrivano notizie di crescente presenza di tonni rossi.
Il problema maggiore è che non si è fatto alcun passo effettivo sul versante della pesca con rilascio. Ad oggi le uniche deroghe riguardano le competizioni agonistiche e la pesca scientifica (tagging ICCAT) per cui l'azione di pesca ricreativa mirata al tonno rosso non è permessa neanche se si rilasciano i pesci catturati ma è invece sempre e comunque vietata dalla legge dello Stato. Lo definiremmo un incoraggiamento eccessivo ai pescatori ricreativi a fare attività di tipo agonistico per poter pescare e rilasciare legalmente i tonni o, specularmente, una esclusiva della pesca con rilascio per il solo agonismo con evidente penalizzazione della restante parte del settore ricreativo.
Certamente i pescatori chiedono una diversa gestione del problema delle quote che metta in contatto il reddito prodotto dal settore ricreativo con la consistenza della quota che gli viene assegnata, ma più di questo chiedono alle istituzioni l'apertura e la regolamentazione della pesca ricreativa con rilascio per tutta la stagione di pesca del tonno (16 giugno - 14 ottobre). Inoltre i pescatori ricreativi ritengono che sulla base delle caratteristiche della pesca con rilascio, questa debba assere estesa all'intero anno senza limitazioni temporali salvo il riscontro di una quota tecnica destinata a coprire i valori accertati di mortalità.